Concerti

Raffaele Bellafronte affronta un tema così ricco di storia e di letteratura senza timore della grande tradizione e ripensando in modo originale l’idea stessa di concerto.
Non direttamente ‘scontro’ né direttamente ‘dialogo’, e nemmeno estesa ‘reciprocità’, quanto una separazione netta di compiti che però non si estrinseca nemmeno nella consueta ripartizione solista-accompagnamento.
Pagine modernissime e talvolta visionarie – seppur lineari nell’assetto formale – questi ‘concerti’ si stagliano duri, petrosi, icastici, concedendo molto in termini di evidenza e allo stesso tempo rimanendo inafferrabili, distanti, enigmatici.
Sembra essere questa la nuova sfida che si pone e che ci pone il compositore, in cui convivono le due anime di una concezione centrifuga e centripeta.
Un labirinto – dell’anima? – in cui entrare facilmente per poi perdersi a proprio piacimento.